Prebiotici, Probiotici, Microbioma, Microbiota.
Queste parole si stanno facendo sempre più spazio nel mondo della cosmetici.
Prima di farvi prendere dal marketing solo per il loro appeal scientifico cerchiamo un po’ di capire cosa vogliono dire questi termini.
Definizioni semplici
- Il microbiota è l’insieme della popolazione di microrganismi che vive in simbiosi con noi, sulla nostra pelle, ma anche nel nostro intestino ad esempio.
- Il microbioma è il metabolismo del nostro microbiota.
- I probiotici sono dei microrganismi buoni che ci “abitano” e che possono essere integrati dall’esterno.
- I prebiotici sono il cibo dei probiotici
Bene, non vi spaventate, ora vi spiego meglio come funzionano i pre e i pro-biotici. In modo super mega easy (spero).
spiega semplice
La nostra pelle, così come il nostro intero corpo, è “abitata” una grandissima quantità e varietà di microflora. L’insieme di questi microrganismi si chiama microbiota. La maggioranza di questi ospiti della nostra pelle sono innocui o addirittura benefici per noi.
I prebiotici sono cibo per i nostri microrganismi buoni (il nostro microbiota). Sono dei derivati vegetali (sono di solito le fibre indigeribili per noi, ma non per loro, di molta verdura). I prebiotici sono stabili e possono essere facilmente incorporati all’interno di un cosmetico.
I probiotici sono batteri vivi, buoni, utili per il nostro organismo che possono essere integrati in genere con l’alimentazione e che vivono già all’interno del nostro microbiota. Sono probiotici il Kefir, il miso e il coreano kombucha. Lo yogurt invece non contiene microrganismi in grado di sopravvivere al nostro apparato digerente, quindi, per quanto contenga fermenti lattici vivi, questi non riescono a svolgere il compito di probiotici.
I probiotici sono utili quando assunti con l’alimentazione ma anche applicarli con un cosmetico direttamente sulla pelle può servire a mantenere la pelle bella e in salute.
Molti di loro, riescono ad esempio a mantenere il pH della pelle leggermente acido, producendo acido lattico, e questo è una protezione importantissima per molte patologie. I benefici di utilizzare cosmetici con probiotici sono indubbi, però è davvero difficile mantenerli vivi all’interno di un cosmetico.
E se non sono vivi, poco possono fare.
Quando usare probiotici e prebiotici
Aiutare il microbioma della pelle è utile in caso di pelle sensibile e atopica. E molto utile anche per la pelle dei bambini (molto soggetti a dermatiti). Ma è utile anche nei casi di pelle impura, acne, pelle secca, arrossata.
I prebiotici e i probiotici aiutano semplicemente a riequilibrare la nostra microflora. Rappresentano così un’alternativa ai prodotti antibatterici, che possono causare irritazioni e che di solito danno effetti solo momentanei. Sono inoltre utili nel diminuire l’uso di antibiotici che non il tempo possono creare delle resistenze.
I prebiotici (perché più semplici da utilizzare nei cosmetici) sono adatti a prodotti per bambini, prodotti per l’igiene intima e per l’igiene orale, per chi ha la pelle sensibile e per chi soffre di acne, sono perfetti anche nei deodoranti. Non c’è praticamente un campo di applicazione in cui un prebiotico non possa venire in aiuto.
Spiega sui probiotici
Ci sono barriere tecniche per poter incorporare micorganismi vivi (e che possano mantenersi vivi fino all’utilizzo) dentro un cosmetico e non ci sono definizioni standardizzate di cosa sia un probiotico. Quindi un consumatore fa fatica a capire cosa si intenda quando su un cosmetico trova scritto che contiene probiotici.
La maggioranza dei prodotti non contiene probiotici vivi. Alcune aziende hanno sviato il problema inserendo dei probiotici che non sono vivi o in grado di formare una colonia di microrganismi.
In molti prodotti invece sono stati utilizzati bifidobacteria o lattobacilli, che risiedono principalmente nell’intestino e che servono per digerire il latte. Perfetti come probiotici per l’intestino, ma non si sa bene cosa possano fare sulla pelle, il cui microbioma, come potete facilmente immaginare, è molto diverso da quello dell’intestino.
Qualcuno ha poi trovato un sistema per inserire dei probiotici inattivati attraverso freeze-drying e poi stabilizzati attraverso un’incapsulamento. A quel punto i batteri inattivi all’interno del cosmetico, possono riattivarsi una volta che finiscono sulla pelle.
C’è poi un altro problema: quello del packaging.
C’è chi ha risolto consigliando di tenere il prodotto in frigo fino al primo utilizzo, chi usa dei packaging con doppio vetro che contengono un sacchetto in polypropylene. Insomma, sono sicura che la scienza prima o poi trovi un sistema per poter veicolare dei probiotici sulla nostra pelle in modo semplice ed efficace, ma al momento i problemi tecnici sono davvero tanti.
Probiotici prevalentemente usati in cosmetica:
- estratti dalla fermentazione di lactobacillus: lactobacillus ferment and lactobacillus ferment Lysate
- estratti dalla fermentazione di Bifidobacterium: bifida ferment, bifida ferment lysate ect.
- Un limitato numero di estratti vegetali.
Fermented beauty brands contengono generalmente anche:
- estratti dalla fermentazione di saccharomyces: saccharomyces Ferment Flitrate
- estratti dalla fermentazione di galactomyces: galactmyces ferment Filtrate
- estratti dalla fermentazione di altri microgramismi: Pediococcus, Zygosacchoromyces, ect.
- Un gran numero di estratti vegetali.
Source: Euromonitor International
Si stanno studiando come i probiotici possono essere utilizzati per l’acne, la rosacea, l’eczema e altri problemi infiammatori.
“Spiega” sui prebiotici
Se è più difficile far atterrare sulla nostra pelle dei microrganismi vivi, una soluzione più semplice è quella di cibare quelli che ci sono, in modo che possano vivere allegri, in salute e riprodursi allegramente. E qui arrivano i prebiotici.
Dicevamo che i prebiotici sono il cibo dei microrganismi buoni che abitano la nostra pelle. Sono di solito sostanze che noi non siamo in grado di digerire ma il nostro microbioma sì.
Cibare il nostro microbiota aiuta la pelle a mantenere il suo corretto equilibrio, ad essere quindi più forte e ad apparire più sana. Quando il nostro microbioma non se la passa bene può succedere che la pelle diventi secca, si presenti psoriasi, eczema o altre patologie infiammatorie, può peggiorare l’acne, la pelle può sensibilizzarsi o arrossarsi.
Per questo motivo in tutti questi casi i prebiotici possono venire in soccorso perché riescono a rendere la pelle più idratata e aiutano la pelle a restabilire le sue proprietà di barriera.
I prebiotici sono adatti quindi a tutti i tipi di pelle, specie a chi ha la pelle sensibile o in qualche modo compromessa.
Quali prebiotici potete trovare in un cosmetico
Potete trovare gli zuccheri delle piante, come lo xylitolo, il rhamnose o un grande gruppo di ingredienti conosciuti come i fruttoligosaccaridi. Il glucomannano è un prebiotico particolare perché lavora molto bene in sinergia con probiotici che aiutano a combattere l’acne.
Da piante piante come la cicoria e il topinambur si estrae l’inulina, un prebiotico davvero molto utile, con potere idratante e con azione battericida (contro gram postivi, negativi e virus), utile in caso di pelle acneica, ma anche in casi rush cutanei (sulla pelle dei bambini). L’ Alpha-Glucan Oligosaccharide è un altro prebiotico “selettivo”, ovvero che è cibo solo per i microrganismi buoni che stanno sulla nostra pelle.
Packaging per i prebiotici
E’ importante che i prebiotici siano in pack stabili, perché, nonostante siano più stabili dei probiotici è meglio se non stanno a contatto con la luce e con l’aria.
Quindi una jar o un vasetto trasparente sono sicuramente poco adatti a mantenere questo tipo di ingredienti in modo corretto. Meglio un pack airless o comunque opaco e meglio un tubetto o un flacone a un vasetto. Che poi, io credo che preservare un prodotto da aria, luce e dalle vostre “ditacce” sia sempre un’ottima scelta.
conclusioni
Spero di aver reso questa “spiega” facile e comprensibile. Lo studio del microbioma cutaneo è solo all’inizio. Rappresenta una vera sfida per la scienza. Quel che è certo che la dermatologia sta studiando parecchio come le alterazioni del microbioma influiscano in molte patologie. ù
Rimaniamo qui in attesa, nel frattempo, cerchiamo di capire con le informazioni che abbiamo oggi come possiamo aiutare il nostro microbioma a stare meglio. Se sta meglio lui, di sicuro staremo meglio anche noi, Perché, è davvero il caso di dirlo, noi e il nostro microbiota siamo davvero una grande famiglia.
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