Avevo già parlato delle proprietà delle alghe rosse in cosmesi in un articolo dedicato a loro.
Le alghe rosse sono riconosciute come ottimi attivi anti pollution, perché riescono efficacemente a diminuire la produzione di radicali liberi. Le specie esistenti sono tantissime (5000/6000) e nonostante abbiano dei tratti comuni, ognuna possiede delle caratteristiche specifiche.
Oggi voglio presentarvi un’alga rossa minuscola, poco conosciuta e che non aveva per nulla catturato l’attenzione della comunità scientifica.
Il suo nome è Acrochaetium moniliforme.
Il suo colore è rosso e grazie a questo riesce a vivere molto in profondità.
E’ piccina, piccina, picciò. Ha una grandezza che va dai 60 micron ai 2 cm.
Conosciamola meglio
E’ un alga epifita. Ovvero cresce e vive sopra un’altra alga. Crea con l’alga che la ospita una sorta di sinergia, che le aiuta entrambe a proteggersi dal mondo esterno. Condivide l’alga che la ospita con molti altri microrganismi che collaborano tutti insieme.
Le ricerche scientifiche su di lei sono praticamente tendenti allo zero e i test e le ricerche di cui tra poco vi parlerò sono stati condotti attraverso l’aiuto di un’azienda che produce un estratto di questa specifica alga rossa. Estratto che viene usato come attivo cosmetico. Questo è, al momento, tutto quello che si sa su di lei.
La scelta di andare a focalizzarsi proprio su quest’alga, andando a scartarne molte altre è stata fatta grazie anche all’aiuto del Museo Nazionale Francese di Storia Naturale.
Il consenso scientifico è concorde che le alghe rosse sono un ottimo attivo anti pollution. Quindi anche la nostra Acrochaetium moniliforme rientra di diritto nella categoria di attivi in grado di proteggerci dai danni dell’inquinamento.
Cosa sembra avere di così particolare vi starete chiedendo?
Sembra essere molto adatta a chi ha la pelle grassa.
Carta d’identità
Per gli esperti di biologia vi lascio la carta d’identità di questa minuscola alga.
- Dominio: Eucariota
- Regno: Piante
- Phylum: Rhodophyta (alga rossa)
- Classe: Florideophyceae
- Sottoclasse: Nemaliophycidae
- Ordine: Acrochaetiales
- Famiglia: Acrochaetiaceae
- Genere: Acrochaetium
- Specie: Moniliforme
Inquinamento e sebo
Prima cosa cerchiamo di capire cosa fa l’inquinamento alla pelle grassa, visto che molto spesso si parla più del suo effetto sull’invecchiamento precoce.
L’inquinamento crea stress ossidativo. Questo è sì causa dell’invecchiamento precoce della pelle ma crea anche l’ossidazione dello squalene. Lo squalene è un grasso naturalmente contenuto nel nostro film idrolipidico. L’ossidazione dello squalene crea infiammazione e questa infiammazione attiva le ghiandole sebacee che iniziano a produrre più sebo.
Quindi, riassumendo, vivendo in un ambiente inquinato la pelle diventa più grassa.
La sua attività sulla pelle grassa
Attraverso dei test in vivo (su dei volontari) la Acrochaetium moniliforme ha dimostrato di ad agire come anti pollution esattamente come ogni altra alga rossa, ma mentre lo fa riesce a limitare l’eccesso di sebo, rendendo visibilmente la pelle meno lucida anche a lungo termine.
Il test era stato condotto anche in vitro (su una cultura di cellule), dando anche in questo caso ottimi risultati sulla diminuzione di produzione di sebo dovuta all’inquinamento.
A onor del vero c’è un’altra alga rossa, la Plamaria Palmenta che è ampiamente riconosciuta per il suo esser in grado di regolare il sebo nella pelle grassa. Quindi questa non è certamente una peculiarità che la nostra Acrochaetium Moniliforme ha in esclusiva. Bene, dagli studi fino ad ora effettuati sembra che la nostra mini alga agisca in modo più marcato rispetto alla più studiata Plamaria Palmenta.
Questa alga ha un potere nella regolazione del sebo che non è paragonabile a nessun’altra alga rossa per ora conosciuta. (che meraviglia la scienza, adoro il fatto che sia in continua evoluzione).
Test in vivo
Sono stati condotti dei test in vivo su due gruppi di 20 donne, con età compresa tra i 25 e i 60 anni. Facendo utilizzare a uno dei due gruppi per due volte al giorno una crema che contenesse l’1% di estratto di quella mini alga rossa per 56 giorni e all’altro una crema placebo, come confronto. L’inquinamento a cui era sottoposto questo campione era quello di Shanghai, città super inquinata, che ha un inquinamento che è più del doppio di quello di città europee come Parigi o Londra. Nel periodo del test il valore di inquinamento a Shanghai era 5 volte più alto dell’inquinamento massimo raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (poveri abitanti, capisco anche la loro più che giustificata preoccupazione sull’inquinamento).
In queste condizioni si è registrato una diminuzione del sebo del 34%, rendendo l’effetto chiaramente percepibile all’occhio umano.
L’inquinamento porta a un aumento del 40% di lipidi rispetto a una pelle non sottoposta a inquinamento. (questo valore è stato studiato attraverso un test in Vitro). L’uso di questa mini alga (Acrochaetium moniliforme) ha diminuito del 17% la quantità di questi lipidi prodotti. Quindi si è ridotta la quantità di sebo del 17%, andando a diminuire in modo significativo l’effetto dell’inquinamento sulla produzione di sebo.
Effetti sul cadmio
Il cadmio è un metallo pesante che può essere contenuto nell’aria inquinata (ad esempio a causa di fabbriche che producono metalli o acciaio, o attraverso i processi di combustione o incenerimento).
Dagli studi effettuati in vitro si è visto che riesce la nostra mini alga riesce a proteggere la pelle dagli effetti del cadmio. E’ in grado di proteggere il Dna delle cellule dagli effetti negativi di questo metallo pesante, che può creare anche degli stati infiammatori sui cheratinociti (le principali cellule della nostra pelle).
Squalene e ozono
Saprete certamente che l’ozono ci aiuta a proteggerci dai raggi UVC (quelli supercattivissimi). Vero è che se però l’ozono invece di stare in alto nella stratosfera, se se arriva negli strati più bassi, si trasforma in una sostanza inquinante. In grado di irritare le mucose e le vie respiratorie.
Ora vi spiego quale effetto ha l’ozono sulla pelle.
Lo squalene nel sebo è insieme alla Vitamina E una difesa naturale della pelle all’ossidazione. Lo squalene è molto sensibile allo stress ossidativo causato da inquinanti come l’ozono. Quando lo squalene viene ossidato dall’ozono la pelle può infiammarsi più facilmente perché l’efficienza della barriera cutanea viene compromessa.
Nei test in vivo condotti sulla Acrochaetium moniliforme, la nostra mini alga ha dimostrato di ridurre lo squalene ozonizzato del 61%, dimostrando di poter proteggere lo squalene dagli effetti negativi dell’ozono.
Da dove deriva il suo estratto usato in cosmetica
Per l’utilizzo in cosmetica di questa alga particolarissima non si va in fondo al mare a far razzia di alghe. Anche perché sarebbe costoso e complicato. La produzione avviene in acqua di mare, ma in laboratorio.
Le sue cellule vengono coltivate insomma non in fondo al mar ma in un meno romantico laboratorio. Questo la rende comunque un ingrediente rinnovabile e sostenibile. L’utilizzo di questa tecnologia rende possibile l’applicazione di queste sostanze in cosmetica, che altrimenti sarebbe complessa e costosa.
Come riconoscerla nella Lista Ingredienti
Come si riconosce nella lista ingredienti? Secondo la classificazione INCI è: Hydrolyzed Rhodophyceae Extract.
Ovvero viene indicato come un generico estratto di Alga rossa. Per cui, a meno che il produttore non lo indichi chiaramente, non potete sapere l’estratto di alga rossa che vi trovate davanti da quale alga rossa, delle circa 6000 che esistono, provenga.
Conclusioni
Cosa ne dite di questa piccola alga? Io rimango sempre affascinata dal progredire della scienza. Spero che questa piccola innovazione possa attrarre interesse da parte del comitato scientifico, in modo che altre ricerche possano aggiungersi alle poche in nostro possesso fino ad oggi. Con la speranza che possano validare i risultati ottenuti fino ad oggi. Quel che è certo è che in ogni caso questa alga, come tutte le alghe rosse rimane comunque un ottimo attivo in grado di proteggerci dall’inquinamento (che l’attività sulla quantità di sebo prodotto venga o meno validata in futuro da altre analisi).
Bibliografia:
Review. Guidelines for Formulating Anti-Pollution Products. Niraj Mistry Independent Consultant, Mumbai 400093,. India; Published: 18 December 2017
Documenti della Azienda Seppic riguardo a Contacticel
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