Lo squalene è uno dei costituenti principali del sebo (è circa il 13%) e questo lo rende davvero molto utile per la pelle.
Nei cosmetici però si usa un suo derivato, lo squalane. Perché essendo lo squalene molto instabile ed incline all’ossidazione si preferisce in cosmetica utilizzare la sua versione più stabile.
Ora cerco di spiegare meglio la questione.
Lo squalane è la versione idrogenata dello squalene. Questo vuol dire che non ha doppi legami (sì lo so , sto dicendo una cosa che capiscono solo i chimici ma vi prego continuate a leggere).
Detto in maniera terra a terra, vuol dire che essendo la sua versione satura, stabile è molto più difficile che ossidi.
Sì, perche un doppio legame indica la possibilità che il doppio legame diventi singolo perchè si può usare quel legame che “avanza” per legarsi a dell’ossigeno.
Dovete sapere che tutto (e non solo i single per scelta di un altro), cercano uno stato di maggior stabilità. Così quando il doppio legame si rompe e si lega a una molecola di ossigeno, il nostro squalene magicamente si ossida.
Se invece, come nel caso dello squalane non ci sono doppi legami (legami liberi a disposizione), l’ossigeno si attacca al tram e non può ossidare nessuno. Tiè 😉
Vi dico già che il suo nome deriva dagli squali. Più tardi vi spiego perché, ma questo mi regala un assist per propinarvi un sacco di immagini di squali che da sub che sono, sono animali che adoro (e purtroppo è anche ormai troppo tempo che non ne vedo uno).
Cos’è lo squalene
E’ composto in modo simile alla paraffina, infatti anche lui è un idrocarburo, ovvero è fatto interamente da idrogeno e carbonio. Però se la paraffina deriva dal petrolio, lo squalene deriva da fonti rinnovabili. Questo regala un punto per la squadra dello squalano/squalene.
Lo squalene inoltre non crea irritazioni anche al 100% di concentrazione. Beh, essendo una sostanza presente già naturalmente sulla pelle in quantità è facile immaginare che sia ben tollerata.
Lo squalene agisce come antiossidante, ovvero contro lo stress ossidativo creato dai raggi UV, ma non solo.
In una ricerca si legge che “lo squalene funziona da sensore per l’esposizione ai raggi UV, e agisce come barriera fotoprotettiva per la pelle umana contro lo stress ossidativo, sacrificandosi e diventando target di questi stress quando gli altri meccanismi non riescono più ad essere attivi”
Insomma un eroe che vorremmo tutti avere come amico. Tra tutti gli oli svolge un po’ il ruolo di agnello sacrificale. Si immola per noi, ossidandosi.
Lo squalene è anche un precursore per la sintesi degli steroidi, ha una struttura simile a quella del beta-carotene, del coenzima Q10, di Vitamine come la E, la D, la K1 e può svolgere funzioni anti-fungine e anti-batteriche.
Per questo motivo ci sono delle evidenze che può venire in aiuto in caso di dermatiti seborroiche ed eczema.
Dato che fa naturalmente parte del sebo e decisamente affine al sebo, svolge anche la funzione di penetration enhancer, riuscendo a far penetrare meglio alcuni attivi nella pelle.
Lo squalene insomma è davvero una sostanza perfetta. Ma visto che la perfezione non esiste, vi infrango anche questo sogno. Ora vi spiego dove casca l’asino e spiego un po’ cos’ha di diverso la squalane.
Lo squalane
Lo Squalane non ha i doppi legami dello squalene, è vero che per questi motivi non si ossida ma non ha nemmeno la sua attività antiossidante (ovvero non riesce a proteggerci dai raggi UV).
Insomma si sistema una cosa da una parte e se ne peggiora un’altra. Triste verità, ma è così che va la vita.
E quindi quali azioni potrà svolgere lo Squalane sulla pelle? E’ utile o alla fine è un’altra trovata di Marketing?
Lo squalane è comunque molto utile sulla pelle. Principalmente emolliente, occlude la pelle, fa diminuire la disidratazione e il tutto con un’eleganza pazzesca.
Di traduco cosa ho trovato in questa ricerca:
“ Lo squalane/squalene è perfetto per la cura della pelle grazie alle sule proprietà emollienti degne di nota. Può essere facilmente assorbito in profondità dalla pelle, aiuta la pelle ad essere più elastica e non lascia sulla pelle fastidiosi residui oleosi… lo squalane aiuta la pelle la mantenere la sua barriera in modo paragonabile alla vernix caseosa (un film ceroso composto principalmente da ceramidi che rende la pelle dei bambini super fantastica, ndr)… e grazie alla sua capacità occlusiva aumenta l’idratazione della pelle.”
In parole povere, è un emolliente che si assorbe meglio di qualsiasi altro olio che tu abbia mai provato.
Squalane vs Squalene
Fino ad ora vi ho tanto decantato lo Squalene, ma vi ho anche detto che si ossida facilmente.
Infatti, quando lo squalene si ossida si produce una cosa che si chiama Squalene peroxide, lo squale ossidato (SQOOH). Questa è una sostanza molto comedogenica, ovvero che può provocare l’acne, e questo è una cosa che la scienza conosce da più di 50 anni.
Infatti parecchi studi hanno dimostrato che lo SQOOH ha un ruolo importante nello sviluppo dell’acne, stimolando la proliferazione dei cheratinociti e le infiammazioni.
Tra l’altro tenete conto che lo Squalene è il componente più facilmente ossidabile presente tra i lipidi presenti sulla pelle. L’ossidazione dello squalene porta a infiammazioni, la formazioni di comedoni e causa una diminuzione dell’ossigeno nei pori (dotti pilosebacei). Tanto per farvi capire meglio vi dico già che il benzoyl peroxide (una sostanza super utile contro i brufoli) lavora portando ossigeno nella pelle, perché il P. Acne è un microrganismo che sta bene dove non c’è ossigeno.
Tra l’altro pare che più squalene si ossidi e più la dimensione dei comedoni si ingrandisca. Più ossidazione = brufoli più grossi.
Gli studiosi hanno rilevato che chi ha l’acne ha il doppio dello squalene nel loro sebo rispetto alle persone che non ce l’hanno. Questo vuol dire che è facile avere un alto livello di squalene ossidato e quindi una più alta probabilità di avere brufoli.
Insomma, abbiamo capito che se lo squalene si ossida sono cacchi amari.
Quindi se vogliamo trattare l’acne dobbiamo trovare il modo per evitare che lo squalene si ossidi. Ma questo argomento, necessita un articolo a parte e poi andremmo anche un po’ fuori tema.
Dunque, per ricapitolare: lo squalene rappresenta il 13% del nostro sebo, è un grasso perfetto per la nostra pelle, previene i danni dati dai raggi UV, ci protegge dai radicali liberi. Fantastico, tutto bene finchè non si ossida. Una volta che succede scatta un meccanismo di infiammazione che porta all’acne.
cosa causa l’ossidazione dello squalene
Sono molti i fattori che lo fanno ossidare come l’inquinamento, l’esposizione al sole, l’alcol, il fumo…
Il motivo per cui nei cosmetici si trova lo squalane e non lo squalene è il fatto che il primo resiste molto meglio all’ossidazione. Non provoca l’acne, è molto emolliente e rende i cosmetici molto piacevoli da spalmare e utilizzare.
Da dove deriva il suo nome
Lo squalane deve il suo nome al fatto che una volta veniva estratto dal fegato degli squali. Per fortuna oggi non abbiamo più bisogno di ucciderli e possiamo ricavarlo dalle olive o dalla canna da zucchero.
Però chi ha alcuni tipi di acne, riscontra dei problemi con lo squalane derivato dall’olio di oliva, specie per la presenza in questo tipo di squalane di alcuni fitosteroli a lunga catena.
Secondo alcune ricerche infatti, quello che deriva dall’olio di oliva può essere contaminato da delle sostanze che derivano dal processo produttivo (cere, acidi grassi liberi, fitosteroli…), queste sostanze possono rappresentare il 6-18% dello squalane a seconda del produttore. Invece quello che deriva dalla canna da zucchero raggiunge livelli di purezza pari al 92-94%.
A dir il vero quello che deriva dagli squali è puro al 99%, però ecco io direi che forse sarebbe meglio evitarlo per altri motivi, che dite?
Come fate a sapere quale squalane è stato usato in un cosmetico? Dall’INCI non lo capirete di sicuro. Se il produttore non lo dichiara non c’è modo di saperlo. Per questo come dico sempre, dalla lista ingredienti non riuscite né a valutare la formula, né tantomeno la qualità di quel prodotto. Sì, perché anche lo stesso nome INCI può rappresentare sostanze con caratteristiche o qualità davvero molto diverse.
Per cui, imparate tutte queste informazioni, tenetele a mente e utilizzatele per valutare al meglio chi vi sta proponendo un cosmetico.
Fonti:
A re-evaluation of the comedogenicity concept Zoe Diana Draelos, MD Joseph C. DiNardo, MS, 2006
Advances in Food and Nutrition Research. Volume 65, 2012, Pages 223-233 Biological Importance and Applications of Squalene and Squalane. KwonKim, FatihKaradeniz
Final Report on the Safety Assessment of Squalane and Squalene First Published January 1, 1990 Research Article
Exploration of scalp surface lipids reveals squalene peroxide as a potential actor in dandruff condition Roland Jourdain,corresponding author Alain Moga, Philippe Vingler, Charles el Rawadi, Florence Pouradier, Luc Souverain, Philippe Bastien, Nicolas Amalric, and Lionel Breton
Repairing a Compromised Skin Barrier in Dermatitis: Leveraging the Skin’s Ability to Heal Itself. Cheryl Lee Eberting, Garrett Coman2 and Nicholas
Clinical implications of lipid peroxidation in acne vulgaris: old wine in new bottles. Whitney P and Alan C Logan
Effects of squalene/squalane on dopamine levels, antioxidant enzyme activity, and fatty acid composition in the striatum of Parkinson’s disease mouse model. Hideaki Kabuto, Tomoko T. Yamanushi, Najma Janjua, Fusako Takayama, Mitsumasa Mankura
CREDITS:
immagini: unsplash.com. Gif: giphy.com
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