La Clean Beauty è un movimento che si sta facendo molto spazio all’interno del mondo del Beauty.
Quando ci troviamo di fronte a un prodotto Clean Beauty ci aspettiamo che non contenga quegli ingredienti di cui noi consumatori dovremmo aver paura, quelli che fanno male alla nostra salute.
Credo che molte persone associno la parola “clean” al concetto di non tossico. Credo anche che molte persone abbiano collegato questo trend anche a cosmetici naturali, bio o eco-bio. Qualcuno ancora pensa alla “Clean Beauty” come qualcosa di pulito e trasparente, a cosmetici con pochi ingredienti, dove sono stati tolti quelli “inutili” per lasciare spazio solo a quelli efficaci.
In realtà non esiste una definizione che legalmente definisca le caratteristiche di prodotto “Clean Beauty”, e per questo non riusciamo definire cosa significhi davvero la parola “Clean” per questo movimento. Quello che avviene è che ognuno dà un po’ la sua personale interpretazione al concetto di “Clean Beauty”.
Il Termine “Clean Beauty” è infatti un termine di Marketing e non ha una definizione regolamentata.
La tattica che viene usata da chi parla di Clean Beauty è quella della paura; paura creata facendo leva sulla salute delle persone, perchè in qualsiasi modo si voglia intendere il concetto di Clean, si intende che quei prodotti siano più sicuri per i consumatori di quelli non Clean.
Sappiamo tutti che è facile essere ambientalisti a parole, ma poi cambiamo i nostri comportamenti solo quando qualcuno ci pungola sulla paura di creare un danno per la nostra salute ed è questo il modo in cui affondano il coltello, utilizzando una strategia definita appunto “marketing della paura”.
L’uso della parola “Clean” presuppone tra l’altro l’esistenza di una Dirt Beauty, che dovrebbe essere a rigor di logica quella non si accosta ai dettami della Clean Beauty.
La parola Clean dà l’idea di qualcosa di pulito, semplice, un po’ come se qualcuno avesse preso qualcosa dall’orto o dalla cucina per preparare un cosmetico. Sì, perché i prodotti alimentari specie frutta e verdura ci sembrano più sicuri e buoni rispetto alle sostanze che troviamo in farmacia.
Siliconi, parabeni, derivati dal petrolio come la vaselina e la paraffina, filtri organici (conosciuti impropriamente come filtri chimici) sono per chi sposa la Clean Beauty da evitare assolutamente perché tossici o quantomeno pericolosi per la salute umana.
L’idea che passa maggiormente nella testa di un consumatore quando sente parlare di Clean Beauty è che si si tratti di cosmetici più sicuri. Ma la realtà dei fatti è molto diversa. La legge non chiede ai cosmetici di essere efficaci, la legge impone ai cosmetici di essere sicuri. Quindi non capisco il razionale scientifico che possa stare dietro a questo concetto che la Clean Beauty ha fatto proprio.
Tutti i cosmetici sono sicuri, non solo quelli Clean Beauty, ed è scorretto screditare gli altri cosmetici perchè non pongono l’accento su qualcosa che deve essere rispettato per legge.
Ma se i cosmetici non Clean Beauty sono meno sicuri, non fa strano pensare che prodotti che contengono questi ingredienti considerati “dannosi” sono stati e sono tutt’ora consigliati e prescritti da dermatologi e medici, gente che spende la loro vita per curare e migliorare la salute delle persone e della loro pelle?
No, i dermatologi non hanno smesso di consigliare prodotti con questi ingredienti dopo l’avvento della Clean Beauty. E perché non lo hanno fatto? Perché questi ingredienti hanno dimostrato di essere efficaci, hanno il supporto di tante ricerche scientifiche e cosa importante un consenso scientifico forte a loro favore e sono stati considerati sicuri per la salute umana.
I fautori di questo trend sono però riusciti ad ottenere il risultato che volevano. Non hanno fatto cambiare idea a chi mastica di scienza, ma hanno fatto presa su buona parte della popolazione. Le persone hanno sviluppato negli ultimi anni un senso di paura verso i cosmetici. Hanno paura che molti di loro possano essere dannosi per la propria salute e che il sistema delle industrie sia consapevole di creare un danno ai propri consumatori ma se ne frega e questo lo fa solo per ottenere un maggior profitto economico.
Una parte dell’industria cosmetica per non perdere vendite si è gettata a pesce su questo trend ma non ha fatto altro che peggiorare le cose.
Il loro can can mediatico non ha fatto altro che dare maggior peso e importanza a questa disinformazione che si era fatta strada nel web ma non solo.
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