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Impatto della Clean Beauty sull’industria cosmetica

da | 9 Ago 2021 | Blog

Ho provato a chiedermi come la Clean Beauty può influenzare l'industria cosmetica e se questo può rappresentare un vantaggio

Sono certa che tutti, non solo chi è affascinato dalla Clean Beauty voglia dei prodotti efficaci, sicuri, sostenibili, trasparenti e “onesti”, ma non è seguendo i dettami della Clean Beauty che si raggiungono questi obiettivi.

La cosa strana e un po’ assurda è che chi fa parte del movimento Clean Beauty cita una serie di sostanze da evitare nei cosmetici perché sarebbero dannose per la pelle e quindi per la nostra salute (parabeni, siliconi…), ma poi accettano nei prodotti che utilizzano la presenza di sostanze che sono dannose o tossiche come il mercurio o altri metalli pesanti. Sostanze naturalmente presenti nelle piante perché assorbite dal terreno.

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Certo, queste sostanze sono presenti in dosi considerate sicure, quindi non devono spaventarci, però perché quelle non rappresentano un problema per loro mentre se ci sono impurezze in sostanze di sintesi diventa un problema?

Insomma, ci sono talmente tanti controsensi in quello che dicono che è difficile pensare che possa esserci un razionale scientifico dietro le loro scelte. Credo che più che altro, ci siano alla base delle buone intenzioni che si perdono dietro una conoscenza poco completa di quale sia davvero la situazione.

Il motivo per cui si battono per togliere dalla lista ingredienti certe sostanze è, a quanto dicono, oltre che la sicurezza di chi usa i cosmetici, anche per la sostenibilità di quei prodotti. Ma la Clean Beauty ignora una verità, che è quella che l’agricoltura è anch’essa terribile per il nostro pianeta, perchè ha anch’essa crea un impatto considerevole. E a volte “costa” meno per il nostro pianeta in termini di risorse un ingrediente cosmetico di sintesi rispetto a uno di derivazione naturale.

Creare prodotti efficaci, sostenibili e sicuri è nell’interesse di tutti, ma chi abbraccia la Clean Beauty vede mostri dove in realtà non ci sono, e non sta prendendo il toro per le corna.

Abbiamo bisogno che il mercato non venga trascinato da idee che non hanno un razionale scientifico, abbiamo bisogno di lasciare lavorare gli esperti in pace, in modo che trovino le soluzioni migliori per creare prodotti davvero sostenibili, sempre più sicuri per noi e per l’ambiente, anche se certe scelte possono sembrare controintuitive.

Dobbiamo lasciare agli esperti e agli scienziati il compito di capire come modificare il mercato in modo che possa diventare più sostenibile, e non a chi si occupa di marketing che non ha, giustamente, le competenze per poter affrontare un problema di tale portata. Chi lavora nel Marketing dovrebbero aiutare gli scienziati a veicolare ai consumatori le corrette informazioni, in modo che tutti si possa beneficiare da cambiamenti che possono e devono essere fatti.

Quello che sicuro chi spinge la Clean Beauty sta facendo è che non sta spingendo l’industria cosmetica a creare prodotti più sicuri e sostenibili, ma la sta spingendo a creare prodotti che rispettino la loro idea di sicurezza e sostenibilità, che non porta con sé un razionale scientifico. Per carità, magari stanno comunque spingendo le aziende a produrre materie prime o prodotti più sostenibili, ma se le aziende venissero lasciate libere di scegliere i metodi più sostenibili di tutti (anche se non in linea con i dettami “Clean”) credo che si potrebbe avanzare a passo più spedito, nell’interesse di tutti.

Questo perché? Chi pone accento in modo extra critico sui risultati di certe ricerche su alcuni ingredienti (tipo quelle sui parabeni o alcuni fitri solari “chimici”) ha un bias cognitivo che lo porta a essere molto più accondiscendente sui risultati di ricerche condotte su ingredienti di origine naturale.

Inoltre, non sono molto interessati ad ascoltare le novità e scoperte che l’industria sta facendo sugli ingredienti sintetici per renderli sempre più sicuri e sostenibili. Perché per loro essendo sintetici devono per forza essere peggiori degli ingredienti di origine naturale.

Così si spinge il mondo della cosmetica a non migliorare e a non evolversi come potrebbe. Perché parliamoci chiaro, le industrie alla fine investono nella ricerca e nello studio di materie prime che vengono richieste e che più facilmente verranno vendute.

Il fatto che un ingrediente sia naturale o biologico non ci dice che sia anche più sicuro o più ecosostenibile. Quello che succede è che le persone possono finire a pagare di più un prodotto per ottenere dei benefici che quel prodotto non può garantire.

Le persone sono in effetti disposte a pagare di più per un prodotto più sicuro e più ecosostenibile, però spesso non riescono ad avere la sicurezza che quello lo sia davvero (nonostante venga presentato in altro modo).

Immagino che il movimento della Clean Beauty sia partito con le migliori intenzioni, ma poi all’atto pratico ha sbagliato l’applicazione delle sue idee.

Quello che mi piace della Clean Beauty è che ha spinto le persone a voler essere più informate sul mondo della cosmesi, a volere prodotti sempre più efficaci, trasparenti e sicuri per l’uomo e per l’ambiente. Ma bisogna dare alle persone le giuste e corrette informazioni, in modo onesto e trasparente. E non far credere alle persone che debbano difendersi da mostri che non esistono.

Trovo che le persone debbano essere informate nel modo corretto per poter fare le proprie scelte nel modo più consapevole possibile. Trovo giusto che le persone possano scegliere di usare prodotti vegani ad esempio, o con determinate caratteristiche specifiche, e non c’è nulla di male in questo. Trovo però sbagliato dire alle persone che i prodotti Clean Beauty siano più sicuri e sostenibili degli altri solo perché non contengono alcune categorie di ingredienti, semplicemente perché questo non è vero.

Alla fine la Clean Beauty ha creato nella testa delle persone un problema che non esiste: la paura della presenza di ingredienti tossici nei cosmetici non Clean. Dopo aver creato il problema ha poi fornito la soluzione ad esso, ovvero utilizzare cosmetici che non contengono determinate sostanze.

La loro strategia si è dimostrata vincente e le linee di prodotti Clean sono in rapida ascesa. La questione è che però il problema che hanno creato non esiste o è stato posto nel modo sbagliato e le persone fanno fatica a rendersene conto.

La paura si sa, aiuta a vendere e molte aziende non si sono lasciate perdere questa ghiotta occasione.

Credo però che i consumatori più attenti e informati possano far partire un circolo virtuoso, chiedendo davvero prodotti di sostenibili e sicuri per il nostro ambiente (tutti i cosmetici sono già sicuri per noi, ma alcuni potrebbero essere prodotti in modo da impattare meno sull’ambiente), ma lasciando lavorare le aziende nel modo più libero da preconcetti possibile.

Evitando soprattutto di lasciar strumentalizzare alcune ricerche che non rappresentano di certo il consenso scientifico.

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