Sì, è vero, la nostra pelle è in grado di esfoliarsi da sola e quindi possiamo dire che l’uso di acidi esfolianti non è per forza necessario, ma in realtà con il passare degli anni il naturale turnover cellulare rallenta e quindi gli acidi esfolianti aiutano a mantenerlo pimpante, e in alcuni casi, come nel caso di pelli secche, con cheratosi o acneiche, l’esfoliazione chimica può davvero essere una svolta.
Sono diventati famosi negli anni ‘50 quando due ricercatori, Van Scott e Yu, li hanno scoperti e hanno iniziato a studiarli. Con l’andare del tempo si è capito che oltre ad avere un effetto sulla cheratinizzazione, riescono ad avere un effetto tipo “plumping” sulla pelle. Ovvero rendono la pelle più turgida e “piena”, mentre stimolano i Glicosamminoglicani (tra i quali fa parte anche l’acido ialuronico), collagene, fibroblasti e quindi in definitiva migliorano le rughe e le linee sottili.
Partiamo da un concetto di base: gli acidi usati in cosmetica sono tanti, ma solo alcuni di essi sono esfolianti, altri non esfoliano la pelle (come ad esempio l’acido ialuronico, l’acido azelaico, l’acido ascorbico o l’acido retinoico).
Oggi ci concentreremo solo sugli acidi esfolianti e in particolare gli AHA (alfa idrossiacidi) a volte detti anche acidi della frutta. Un altro acido esfoliante molto utilizzato in cosmetica, che non è però un AHA è l’Acido Salicilico, perfetto per le pelli grasse, di lui ho parlato specificatamente in questo articolo.
Una cosa importante da capire è che quando si sceglie un prodotto con AHA non è importante solo guardare la concentrazione di acidi contenuta, ma anche il tipo di acidi e soprattutto il pH del prodotto.
Lo so che può sembrare una cosa molto tecnica, ma gli acidi esfolianti si comportano in modo molto diverso a seconda del pH a cui sono. A un determinato pH una parte del nostro acido agirà da esfoliante e l’altra invece agirà più come un idratante.
La spiego ancora in un altro modo. Se un acido è a un pH basso riuscirà a penetrare maggiormente nella pelle e in questo modo potrà esfoliarla e potrà svolgere altre funzioni come quella antirughe o depigmentante, mentre se avrà un pH più alto perderà queste funzioni ma sarà più idratante (il che non guasta mai, ma non è per questo che di solito si sceglie un prodotto con AHA).
Per farvi capire, per capire il potere di un acido esfoliante in un cosmetico conta la quantità di acido libero (di penetrare nella pelle), che varia sensibilmente a seconda del pH del prodotto.
Ad esempio: un prodotto con acido glicolico al 10% con pH 3 avrà l’8,7% di acido libero, mentre un prodotto con il 50% di acido glicolico con pH 4,5 avrà solo l’8,8% di acido libero.
Bella differenza, no?!?
Lo so che ora vorreste solo prodotti con pH bassissimi, ma attenzione, pH troppo bassi possono provocare delle scottature vere e proprie dette “caustiche”. Per questo pH molto bassi (tipo pH 2 e simili) possono essere maneggiati solo da personale esperto come i dermatologi.
Di norma nei cosmetici si trovano prodotti con AHA con un pH di almeno 3,5 e concentrazioni di media tra il 4% e il 10%.
Gli AHA sono tutti uguali?
Assolutamente no. Una volta capito che una concentrazione maggiore e un pH minore rendono qualsiasi acido AHA più efficace, bisogna anche capire che esistono Acidi diversi con “forze diverse”.
Detta in modo semplice: più la loro molecola è piccola e più facilmente possono penetrare nella pelle e quindi essere attivi.
Acido Glicolico
Il più piccolo di tutti è l’Acido Glicolico. Forse il più conosciuto, dato che è stato uno dei primi ad essere studiato e utilizzato. Deriva dalla canna da zucchero, penetra facilmente nella pelle e questo lo rende più attivo ma anche potenzialmente più irritante. E’ molto studiato e purtroppo è fotosensibilizzante. Questo vuol dire che va usato in inverno o in periodi in cui non prendete il sole. Si può utilizzare sia di giorno che di sera, a patto che utilizziate sempre e comunque la protezione solare. Se avete in programma di esporvi al sole sospendete l’uso dell’acido glicolico almeno una settimana prima.
Perché lo si ama? Stimola la produzione di collagene e acido ialuronico, quindi è un ottimo antirughe, riduce i raggi causati dai raggi UVB del sole, rende la pelle più spessa e a certe percentuali agisce anche sulle macchie.
Acido Lattico
Come si può facilmente intuire dal nome deriva dal latte e rispetto all’acido glicolico ha una molecola leggermente più grande e per questo è leggermente più delicato ma anche leggermente meno efficace. Proprio per il fatto di avere una molecola più grande è un po’ più idratante e meno esfoliante dell’acido glicolico. Aumenta la produzione di ceramidi, una sostanza grassa che contribuisce a mantenere sana la nostra barriera cutanea. Anche lui è molto studiato e fotosensibilizzante. Nota per gli amanti del DIY: lo yogurt contiene solo l’1% di acido lattico, quindi lasciate il vostro yogurt nel frigo e non improvvisate strane maschere viso utili solo a sprecare del buon cibo.
Acido Mandelico
L’acido Mandelico deriva dalle mandorle, è stato studiato più recentemente rispetto al glicolico e al lattico, funziona allo stesso modo loro ma avendo una molecola più grossa risulta più delicato sulla pelle. Ovviamente penetrando meno nella pelle avrà un’azione più blanda ma questo lo rende adatto anche alle pelli sensibili e può essere utilizzato tutto l’anno perchè non è fotosensibilizzante. E’ anche l’acido indicato per chi ha la pelle più scura, che essendo incline a iperpigmentazione infiammatoria può più facilmente macchiarsi utilizzando altri acidi più forti. Una pelle irritata da acidi può avere quello che viene definito “effetto rebound” e quindi pigmentarsi ancora di più.
Conclusione
Glicolico, Lattico e Mandelico sono senza dubbio gli acidi AHA più studiati e utilizzati in cosmetica. Spero che questa piccola guida possa esservi d’aiuto per capire quale acido esfoliante fa per voi.
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