Ora che abbiamo capito cos’è una crema barriera, cosa che ho spiegato in questo articolo, scopriamo insieme come scegliere la crema barriera per la nostra pelle e per le nostre esigenze.
Quando si parla di creme barriera bisogna per prima cosa capire che: non esiste e non può esistere una crema barriera universale, una che va bene per tutti e per ogni situazione.
Prima di tutto perché una crema barriera, che deve fare da barriera da “fattori esterni che possono stressare la pelle” deve avere per forza di cose caratteristiche diverse a seconda di quello da cui ci deve proteggere.
Le caratteristiche fisiche e biochimiche degli “agenti stressogeni” a cui sottoponiamo la nostra pelle contano molto nella scelta che dovremo fare.
Finché cerchiamo una crema che ci aiuti a ripristinare la naturale barriera della nostra pelle il discorso è diverso, nel senso è necessario trovare un prodotto che per le sue caratteristiche sia in grado, giorno dopo giorno, di rafforzare naturali difese della pelle, in modo che possa avere una funzione barriera efficace.
Se invece cerchiamo un prodotto da applicare preventivamente ogni volta che sappiamo che verremo in contatto con qualcosa che potrebbe stressare troppo la nostra pelle, allora il discorso cambia. Dobbiamo valutare se quella specifica crema barriera è in grado di far da barriera a quel specifico insulto (sì in termini tecnici viene chiamato proprio così).
Quali tipologie di creme barriera esistono?
La regola generale è che
- Una crema olio-in acqua (ovvero una crema che ha una fase esterna acquosa, o se vogliamo che contiene in genere più acqua che oli) e che di norma si riconosce perché ha come primo ingrediente nella lista ingredienti l’acqua, sarà efficace contro “insulti” di natura grassa o che si sciolgono in oli/grassi perché gli sono affini.
- Al contrario una crema acqua in olio (che ha una fase esterna oleosa e che di norma contiene più oli e grassi che acqua) sarà più efficace nel proteggere la nostra pelle da “insulti” di natura acquosa o affini all’acqua.
Ovviamente anche per questa regola esistono delle eccezioni, ma in linea generale va praticamente bene sempre.
Facciamo qualche esempio:
- Le creme acqua in olio (quelle in genere più grasse ma che hanno sicuramente una fase esterna grassa) dovrebbero essere preferite se sappiamo che verremo in contatto con acidi, sostanze alcaline, saponi, irritanti che si sciolgono in acqua, detergenti, ma anche la pipì che in zona pannolino va a contatto con la pelle di un bimbo o di un adulto incontinente o ancora il “moccio” del raffreddore. La questione è semplice: se questi agenti stressogeni sono affini all’acqua e si sciolgono in acqua, io per proteggere la pelle devo scegliere una crema barriera che abbia una fase esterna grassa, che andando a contatto con il nostro insulto che si scioglie in acqua ma non nei grassi, trova un barriera che non riesce o comunque fa più fatica a valicare.
- Creme olio in acqua (quelle che hanno una fase esterna acquosa e che in genere hanno l’acqua come primo ingrediente) vanno invece preferite quando sappiamo che la nostra pelle andrà in contatto con vernici, oli o solventi organici, tutte sostanze che sono più affini ai grassi e agli oli e quindi fanno più fatica a superare la barriera creata da una crema con una fase esterna acquosa.
L’efficacia della barriera è anche data, oltre alla natura della crema scelta anche dalla quantità che ne applichiamo. Uno strato più spesso garantirà una protezione maggiore.
Tenete conto che nei test se ne applica davvero tanta: tra i 4 e i 25 mg per cm quadrato di pelle. Fate conto che di protezione solare dovremmo metterne 2 mg per cm quadrato di pelle e in realtà ne mettiamo 0,5-1 mg per cm quadrato.
Dunque se dovete applicarla su entrambe le mani avete bisogno di circa 2 gr di prodotto. Una volta applicata dovete aspettare 1- 3 minuti prima di cominciare a usare le mani per fare le vostre cose, in modo da lasciare il tempo per evaporare e assorbirsi. Se ne avete applicata abbastanza, vi basterà per proteggervi per 3-4 ore. Tenete conto che poi la dovete riapplicare ogni volta che vi lavate le mani.
Quando la applichiamo dobbiamo poi far attenzione anche alle pieghe della pelle o zone che spesso passano inosservate come la pelle che sta sotto le unghie, le cuticole, la pelle tra le dita e soprattutto quella tra il pollice e l’indice che viene spesso dimenticata.
Qual è la crema barriera ideale?
La crema barriera ideale è quella che ha le caratteristiche giuste per le nostre esigenze. Deve poi essere cosmeticamente gradevole, ovvero deve avere una texture piacevole, in modo che ci piaccia applicarla e riapplicarla, che non rimanga troppo unta sulla pelle, in modo da permetterci di fare le nostre attività in tranquillità. Deve essere una formula che si assorbe velocemente e che riesca “a durare” nel tempo sulla pelle, lasciandovi anche con il passare delle ore una bella sensazione.
Dato che poi vengono in genere usate su pelli con barriera cutanea compromessa, è bene che siano formulate in modo da essere ipoallergeniche, meglio se senza fragranze, allergeni, testate dermatologicamente su pelli sensibili e senza alcol perché potrebbe dare sensazione di bruciore sulla pelle compromessa.
Bibliografia:
- Corazza, M., Minghetti, S., Bianchi, A., Virgili, A., & Borghi, A. (2014). Barrier creams: facts and controversies. Dermatitis : contact, atopic, occupational, drug, 25(6), 327–333. https://doi.org/10.1097/DER.0000000000000078
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