Immagina un attivo:
- antiossidante quanto la Vitamina C e la E (ma molto più stabile di loro)
- più idratante della glicerina (punto di riferimento per l’idratazione).
- Super-antirughe, perché stimola la produzione di collagene, acido ialuronico e altri glicosamminoglicani, rendendo il derma più spesso, inibendo le metalloproteinasi e modulando la cheratinizzazione della pelle.
- in grado di rinforzare la funzione barriera della pelle creando un vero e proprio film protettivo che dona alla pelle un effetto liftante
- tollerato da tutte le pelli, anche quelle più sensibili e soggette a dermatite atopica e rosacea
- Non fotosensibilizzante e quindi utilizzabile tutto l’anno.
Questo ingrediente esiste, si chiama Acido Lattobionico.
È conosciuto da molto tempo, è ben studiato, ha un’ottima letteratura scientifica che ne comprova la sua efficacia, tanto che viene tradizionalmente utilizzato per mantenere al meglio gli organi prima del trapianto, proprio per la sua ottima capacità antiossidante, idratante e l’estrema delicatezza.
Spesso però viene presentato dall’industria cosmetica in modo diverso rispetto a quelle che sono le evidenze scientifiche ad oggi.
Come viene presentato di solito l’acido lattobionico
Se avete sentito parlare di lui probabilmente vi è stato presentato come un polidrossiacido, o come la nuova generazione degli Alfaidrossiacidi (di cui il più famoso è l’acido glicolico e che non sempre è ben tollerato). Viene spesso definito come un acido esfoliante delicato e che a dispetto del glicolico è, adatto anche alle pelli sensibili. Qualcuno lo definisce anche un esfoliante progressivo (chissà cosa vorrà dire poi, che esfolia pian piano, ad ogni applicazione? Ma questo non lo fa già qualsiasi esfoliante?!?).
Cos’è quindi l’acido lattobionico?
Quando l’ho chiesto su Instagram qualcuno mi ha detto:
Forse deriva dal latte di una mucca bionica?
o ancora è quello che mangia a colazione la donna bionica (chi di voi se la ricorda?)
È un polidrossiacido?
Vediamo cosa dice la scienza.
È un idrossiacido, come lo sono gli alfa, i beta e i poli idrossiacidi, ma lui è di un’altra famiglia quella degli aldobionici (detti anche acidi bionici). Quindi non è la nuova generazione di nessuno, è proprio un’altra cosa. E non è nemmeno tanto nuovo, dato che è stato segnalato e sintetizzato da Fish e Meyer nel 1889!
Non è un poli-idrossiacido (PHA), ma un acido aldobionico (ABA). La differenza tra i due ve la spiego facile facile. Per fare un albionico devo prendere un polidrossiacido e ci devo attaccare uno zucchero (un monosaccaride per la precisione).
L’acido lattobionico è formato quindi dall’Acido Gluconico (un polidrossiacido) e dal Galattosio (uno zucchero del latte). Ma ci sono veri polidrossiacidi usati in cosmetica? Sì, giusto perché così lo sappiate il polidrossiacido più usato in cosmetica è il Gluconolattone.
Ma il Lattobionico è un’altra cosa ed è anche questa sua forma così particolare lo rende così unico nel mondo degli idrossiacidi. Ad esempio, è proprio quella molecola di galattosio agganciata al suo acido che lo rende così particolarmente idratante.
È esfoliante?
Ho davvero scandagliato tutta la letteratura scientifica, andando a ricercare anche le fonti che le varie ricerche scientifiche avevano utilizzato, per capire davvero quale fosse il pensiero della scienza ad oggi e indovinate un po’: tra tutte le attività mirabolanti che l’acido lattobionico ha dimostrato scientificamente di avere, ecco, quella esfoliante non c’è. Delusi? Vi capisco.
Viene citata in alcune ricerche un’osservazione clinica non pubblicata di Van Scott (quindi non una ricerca scientifica) in cui si dice che ha un potere esfoliante e riesce a promuovere il turnover cellulare e poi viene citato, meno frequentemente, uno studio pilota, che ha dimostrato che sia in grado di stimolare il turnover cellulare. Tutto qui? Sì, tutto qui. E infatti nelle review fatte bene si legge che si può presupporre che l’acido lattobionico abbia buone capacità esfolianti, che tuttavia meritano un ulteriore approfondimento.
Dalle mie parti si dice: non dire gatto se non ce l’hai nel sacco.
Anche perché a pensarci bene mettereste un organo come il cuore, il fegato o i polmoni a mollo in un esfoliante, che so tipo nell’acido glicolico? Forse no.
Ma parliamo invece di quello che invece la scienza ha riconosciuto all’acido lattobionico, perché come già vi ho accennato c’è davvero da farvi innamorare di lui seduta stante.
Il lattobionico e sue attività
Antiossidante
I radicali liberi sono davvero nemici della salute e della bellezza della nostra pelle. Per questo è sempre una buona idea utilizzare cosmetici che contengono attivi antiossidanti, io ad esempio cerco di piazzarne sempre all’interno delle mie creme e dei mei sieri. La Vitamina C e la Vitamina E sono tra gli antiossidanti dall’attività più riconosciuta in cosmetica, ma per essere efficaci devono non ossidarsi e facilmente si ossidano perché sono molecole molto instabili. Che bello però sapere che l’Acido lattobionico ha un potere antiossidante pari a quello della Vitamina C e della E ma è decisamente una molecola più stabile delle altre due.
Idratante
Molti idratanti e umettanti non riescono a eradicare la xerosi o la pelle secca se la pelle è in forte diequilibrio, come nel caso di psoriasi o eczema, ma l’Acido lattobionico, così come il PHA e gli AHA riuscendo anche a migliorare la qualità dello strato corneo riescono a diminuire la perdita di idratazione della pelle (TEWL). L’acido lattobionico però a dispetto degli AHA è molto più delicato sulla pelle tanto da poter essere usato anche su pelle infiammata e decisamente più idratante.
In più il lattobionico crea un vero e proprio film protettivo sulla pelle, in grado di ristabilire la barriera cutanea e calmando la pelle infiammata. Per questo l’acido lattobionico è perfetto anche per pelli con couperose, o quando si usano peeling con acidi potenti o microdermoabrasioni.
Antiage
L’acido lattobionico come altri idrossiacidi è in grado di stimolare la produzione di collagene e di acido ialuronico. In più se utilizzato all’8% inibisce le metalloproteinasi (enzimi che si formano in seguito ad esposizioni solari o con l’età e provocano perdita di elasticità, diminuzione di collagene ed eleastina e quindi la comparsa di rughe.
Acidificazione della pelle
L’uso di prodotti acidi sulla pelle porta grandi vantaggi in molte patologie cutanee, come ad esempio le dermatosi infiammatorie e la dermatite atopica. L’uso di Acido lattobionico si è dimostrato in grado di riacidificare la pelle senza irritarla e migliorando le funzioni della pelle. E per questo pare che il suo usao aiuti a prevenire la comparsa della Dermatite atopica.
Percentuali d’uso
In letteratura si legge che per essere efficaci ABA e PHA (e dunque anche l’Acido Lattobionico) devono essere utilizzati ad almeno il 5%. Un’emulsione al 6% si è dimostrata più idratante rispetto all’acido glicolico. All’8% agisce sulle metalloproteinasi e quindi sul fotinvecchiamento. In letteratura si parla di usi a concentrazioni fino al 10%.
Conclusioni
Beh, che dire di più, sono certa che anche voi vi siate innamorati perdutamente dell’Acido lattobionico.
Io dopo averlo scoperto l’ho fortemente voluto in una mia formula, in particolare all’interno del siero Bionic Hydralift che lo contiene, manco a dirlo, all’8%.
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