Home » Blog » Cara vecchia Saponetta

Cara vecchia Saponetta

da | 15 Gen 2020 | Blog | 0 commenti

Secondo articolo sul re dei tensioattivi: sua maestà il sapone.

Dopo aver letto il primo articolo che ho scritto sul sapone è probabile che vi stiate chiedendo perché la cara vecchia saponetta abbia lasciato terreno fertile a tutta quell’infinità di detergenti (liquidi e non) che affollano gli scaffali dei negozi di oggi.

Bene, non vi avevo ancora parlato del PH. E qui casca l’asino.

bolle di sapone saponetta

PH di una saponetta

Dovete sapere che quando usiamo una saponetta sotto un bel getto di acqua corrente e tutto d’un tratto ci sentiamo davvero quella che si dice una persona acqua e sapone, il PH di questa soluzione si aggira tra l’8 e il 10. Bene, e tutte quelle pubblicità che ci hanno cresciuto ricordandoci che il PH della pelle è 5,5? Avevano ragione, o meglio il Ph della nostra pelle può variare da una parte all’altra del corpo ma comunque si attesta tra il 4 e il 6.

Un PH 8/10, così alcalino, rende il nostro amato sapone, un detergente aggressivo.

Per quello che l’industria ha creato una serie di detergenti diversi dal sapone e con PH più simile a quello della nostra pelle.

Quel che succede è che quando un sapone si mette a pulire la vostra pelle, ci dà giù pesante. Non sta a guardare se ha davanti grassi cattivi e quindi da spazzare via o un bel film lipidico che aiuta la nostra pelle a difendersi dal mondo esterno.

saponetta handmade

Sapone: Acqua dolce e acqua salata

Avete mai provato a provare a lavarvi con l’acqua salata? Magari mentre facevate una bella settimana da velista ancorati in mezzo alle isole Greche. Siete riusciti a lavarvi? La risposta varierà tra il “No!” e il “Insomma”.

Cosa succede alla nostra saponetta in acqua di mare?  Non è più in grado di fare schiuma e diminuisce la sua azione lavante. Perché? Perché il sale solubile di sodio si è trasformato in magnesio e calcio. Questi saponi bivalenti sono insolubili e precipitano sulla pelle. Mhhhh… tutto chiaro? Mi sa di no. Dunque, tutto ciò sarà un bene o un male? Dipende come la si guarda. Se da un lato il nostro sapone laverà meno, dall’altro il film lipidico che si deposita sulla pelle renderà il sapone meno aggressivo. Dai, facciamo 1-1 palla al centro.

Quando invece si usa un sapone con dell’acqua dolce (come nel 99,9% dei casi insomma) il sapone potrà svolgere egregiamente il suo lavoro di detergente. Forse anche troppo. Quindi bisognerà non abusarne e comunque non usarlo mai nelle zone intime (più delicate e con PH ancora più acido).

Dalla sua il sapone ha che è un prodotto economico e con una discreta biodegradabilità (ovvero i microrganismi riescono abbastanza facilmente a mangiarsi le sue molecole e farle sparire dall’ambiente).

saponetta su foglio di carta

Olio d’Oliva nelle saponetta

Tra tutti gli olii che possono essere utilizzati per produrre un sapone, un paragrafo a parte se lo merita l’olio d’oliva. E’ ricco di grassi monoinsaturi e in particolare di grassi cosiddetti “insaponificabili”, ovvero che passano indenni dalle forche caudine della saponificazione.

Questa frazione di grassi se ne sbatte altamente dell’azione della soda e finisce tal quale nel sapone finito. Come avrete già capito questa è un’ottima cosa per la nostra pelle, perché renderà quel sapone più delicato.

Il sapone che si ottiene dall’olio di Oliva è un sapone che fa poca schiuma, ha un colore chiaro, è duro e ha ottime capacità detergenti. Esistono saponi prodotti solo con olio d’Oliva o prodotti con l’aggiunta di altri oli. Il famosissimo sapone di Aleppo (una città della Siria), ad esempio, si fa con una base di olio d’oliva e un’aggiunta di olio di alloro. Altri oli spesso utilizzati da soli o aggiunti a quello di oliva sono: l’olio di Palma, l’olio di mandorle dolci, l’olio di colza e l’olio di cocco.  

olio d'oliva saponetta

Come leggere un’etichetta

All’interno di un sapone possono esserci molti ingredienti: profumi, conservanti, sbiancanti, coloranti. Chi più ne ha più ne metta. Quel che mi interessa farvi capire però è come leggere i grassi, gli olii e i burri, presenti in un sapone e utilizzati per produrlo.

Cerco di spiegarlo in parole povere. Possiamo avere tre casi: Sodium Qualcosa, Potassium-Qualcosa e Qualcosa.

Sodium-qualcosa

Se leggete gli ingredienti di un sapone potete imbattervi in una sequenza di “Sodium” qualcosa. Ad esempio:  Sodium olivate (oliva), sodium cocoate (cocco). Vuol dire che questi sono i grassi saponificati che derivano dall’olio descritto. Saponificati con idrossido di sodio. Nella maggior parte dei casi ricadrete qui.

Potassium-qualcosa

Se invece trovate dei “Potassium”qualcosa, ad esempio: potassium palmate (palma), vuol dire che l’olio di palma, in questo caso, è saponificato con idrossido di potassio (che ci da dei saponi più molli rispetto a quelli fatti con una saponificazione con idrossido di sodio).

Qualcosa

I grassi non saponificati, e magari aggiunti dopo la saponificazione invece vengono scritti tra gli ingredienti con il loro nome. Ad esempio: prunus dulcis (olio di mandorle dolci), cocus nucifera (olio di cocco). Rimangono con il loro nome botanico perché non sono stati toccati/trasformati dalla saponificazione

saponetta artigianale beautycologa

conclusioni

Bene, dopo aver concluso il mio secondo articolo sui saponi, credo e spero (per voi e anche per me) di avervi dato l’Abc necessario per capire cosa sia questo caposaldo della cosmetica. Non vi resta che andare ad utilizzare, in modo consapevole, una bella, vecchia e cara saponetta per lavarvi le mani come si deve.


CREDITS:

immagini: unsplash.com
Peptidi Botox Like

Peptidi Botox Like

Diciamo la verità: i peptidi Botox Like catturano davvero l'attenzione, anche perchè, come dice la parola stessa,...

Acido Glicolico

Acido Glicolico

Appena si parla di rinnovamento cellulare ecco che viene subito tirato in ballo lui: il mitico Acido Glicolico.   E’...

0 commenti

Invia un commento

Pin It on Pinterest

Share This