Al sol pronunciare la parola “fanghi termali” vi vedo già con il sorrisino ebete di chi si vede sdraiata sul lettino di una spa termale a farsi coccolare, sicura di uscire da lì riposata e con una pelle fighissima.
I fanghi termali si usano da sempre, li hanno sempre fatti tutti, compresi gli antichi romani, sapete però come vengono trattati prima di finire sulle vostre meravigliose cosce? Cosa sono davvero in grado o non in grado di fare alla vostra pelle?
Cosa sono i fanghi termali
Non voglio parlare dei trattamenti che si posso fare direttamente nei centri termali utilizzando acque e fanghi termali, ma dei prodotti cosmetici che si possono ottenere usando i fanghi o i loro estratti.
I fanghi termali, si raccolgono in fondo a delle vasche in cui vengono raccolte le acque termali che sgorgano dal suolo. Il loro odore non è di solito dei più soavi, d’altra parte sono ricchi di sostanze minerali e di microrganismi detti crenum, (in greco tra l’altro crenos vuol dire: fonte). Ognuno di questi meravigliosi crenum ha una composizione specifica, che può essere più o meno adatta alla cura di molte malattie, ma che può anche essere utile per produrre dei semplici e “banali” cosmetici.
I fanghi idrominerali o peloidi (ritorno a farvi scuola di greco, che per altro non ho mai studiato, pelos in greco vuol dire, caso strano, fango) non vengono usati quando sono ancora dei fanghi vergini, ovvero appena sgorgati dalla nostra Madre Terra. Vengono fatti maturare, vengono sottoposti a un processo un po’ lunghetto.
Come si ottengono i fanghi termali
Li si mette a contatto con le acque termali, che vengono rinnovate spesso, vengono mescolati 3-4 volte a settimana, per mesi. Questa maturazione produce una flora macro e una micro specifica per ogni fonte e per ogni tipo di trattamento a cui servono. Con la maturazione si forma così una crosta di qualche centimetro sulla superficie del fango.
Ogni tipo di fango, dicevamo fa storia a sé, ma a seconda del tipo di maturazione e ovviamente al tipo di fango di partenza vengono prodotte sostanze molto interessanti per la nostra pelle. Eccone alcune: gli steroli, i fosfolipidi, le lipoproteine i poli e gli oligosaccaridi, i lipopeptidi e gli aminolipidi.
A volte i fanghi vengono addirittura fatti maturare due o tre anni per ottenere la massima concentrazione di queste sostanze.
I fanghi termali “maturi” sono ricoperti da uno strato di acqua ricca di fitoplancton, delle alghe unicellulari che vivono in superficie. Queste alghe producono delle secrezioni che si chiamano glerine. E a noi che ci frega di queste glerine? Bene è proprio grazie a loro che si devono la maggioranza delle proprietà fantasmagoriche racchiuse nei fanghi.
Ma quindi poi sulla pelle cosa fanno questi bei fanghetti?
Fanghi termali e pelle
Diciamo che già Romani e i Greci avevano capito che alcune fonti termali erano un toccasana per la pelle. Pensate che una fonte romana venne chiamata con il nome di Juventa, una ninfa bellissima che Giove trasformò in sorgente, in modo che potesse donare la sua bellezza a tutti quelli che si fossero immersi nelle sue acque.
I fanghi termali funzionano anche grazie al fatto che riescono ad apportare alla pelle degli elementi salini e degli oligoelementi di cui possiamo essere carenti.
In Italia ci sono molte fonti di fanghi termali, alcune fredde (di solito bicarbonato-alcaline) e altre calde (di solito sulfuree o salso-bromo-iodiche).
Per la produzione di cosmetici vengono utilizzati le acque e i relativi fanghi caldi, perché negli ambienti caldi è più facile che si sviluppi il creonplancton e le alghe monocellulari, sia perché di solito risultano più ricchi di una varietà di sostanze attive.
Utilizzo dei fanghi nei cosmetici
Ma come si può usare in ambito cosmetico un fango?
O tal quale, ovviamente dopo averlo stabilizzato, per evitare che possano proliferare microrganismi indesiderati, o trasformati in maschere termali dopo averli gelidificati o viscosizzati un pochino, per dargli usa consistenza utile allo scopo e al suo utilizzo specifico.
I cosiddetti microplasmi sono invece delle applicazioni che vengono fatte utilizzando questi fanghi tal quali, inseriti in un’emulsione, mutuano il loro nome dai cataplasmi. Questi ultimi sono applicazioni topiche tipiche della farmacia Galenica.
Ovviamente oltre ad utilizzare il fango tal quale è possibile estrarre dei principi attivi da esso e poi inserire quest’ultimi dentro un’emulsione o in un altro cosmetico. Spesso si associano dei coadiuvanti di penetrazione (saccaridi, HGAG).
Questi estratti finiscono in una marea di prodotti con finalità diverse. Possono finire in prodotti anti-age se si usano i bioattivatori e gli oligoelementi della microflora. Invece i fanghi termali salso-bromo-iodici vengono inseriti spesso in prodotti pensati per combattere le adiposità localizzate.
conclusioni
Ora che avete capito un po’ di più come agiscono i fanghi e perché vengono utilizzati da più di 2000 anni non vi resta che ritagliarvi un momento di relax per stendervi su un lettino con un po’ di musica soft nell’attesa che i fanghi applicati sul vostro corpo facciano effetto.
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immagini: unsplash.com | Tutte le Gif: giphy.com |
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