Creare un profumo è come comporre una melodia. Ci vogliono le percussioni sul fondo a dare il ritmo, gli strumenti ad arco ad aggiungere un non so che di leggerezza all’insieme e il resto dell’orchestra a riempire di timbri e accenti la melodia.
Anche i Nasi, i professionisti che creano i profumi, devono rispettare regole simili.
Hanno rappresentato visivamente con una piramide come si evolve un profumo, a seconda della capacità di ogni singolo componente di essere persistente. Alla base le note di fondo, salendo quelle di cuore e in cima le note di testa.
la piramide olfattiva
La Fragranza è il cuore pulsante di un Profumo. E’ composta da “Note” diverse che compongono la Melodia Profumo.
Note di testa
Le Note di testa sono quelle che si sentono subito, appena ci spruzziamo un profumo addosso e sono circa il 20/30% delle fragranze totali. Ma se ci colpiscono subito, altrettanto in fretta scompaiono, perché sono molto volatili. Possono durare da pochi minuti fino a un’ora, non di più. Tra le note di testa rientrano le note agrumate, aromatiche, nouvelle fraicheur e marine.
Note di cuore
Si sentono dopo le note di testa, sono quindi meno volatili e hanno una durata che può durare fino a 4 ore. Anche loro sono circa il 20/30% del totale delle fragranze. Danno carattere e personalità al profumo e definiscono quello che viene definito bouquet. Tra questi ci sono gli odori dei fiori, dei frutti e quelle che vengono chiamate note verdi. Sono quelle fragranze che creano la tipica scia di un profumo.
Note di fondo
Sono quelle in assoluto meno volatili, definiscono la base di un profumo e sono i 40/55% del totale delle fragranze contenute in un profumo. I “fissativi” rientrano in questa categoria, hanno un peso molecolare più alto e hanno il compito di fissare il profumo, in modo che si mantenga il più possibile nel corso della giornata. Possono essere note legnose, muschiate, speziate, ambrate, animali.
Altri ingredienti di un profumo
Oltre alla fragranza (composta dalle varie “Note”), che è l’anima del profumo, c’è bisogno dei solventi. Oltre all’alcol si può usare l’acqua o l’olio. Ovviamente c’è bisogno anche di sostanze ad azione conservante.
L’alcol etilico veniva usato già nel 1700, è volatile è sulla pelle dona una sensazione di freschezza molto piacevole.
Le materie prime utilizzate nei profumi
Per creare un profumo, più in particolare, la sua fragranza, possono essere utilizzate sostanze di origine vegetale, animale o sintetiche.
Sostanze di origine vegetale
Le piante possono fornire le sostanze profumate un po’ da tutte le loro parti: fiore, seme, frutto, foglie, corteccia, rizoma, fusto e radice. Dipende dalla pianta.
E poi per ogni pianta non tutte le varietà vanno bene per farci i profumi. Ad esempio, con più o meno 6000 varietà di rose esistenti al mondo, si usano praticamente solo la Rosa Centifolia e la Rosa Damascena (di Damasco), mentre per il gelsomino, di cui ci sono largo circa 200 verietà, si usano quella officinale e la grandiflorum. Quindi no, il falso gelsomino che si arrampica sul vostro balcone non si può usare per farci dei profumi.
Le piante usate per fare i profumi sono comunque tantissime, elencarle tutte sarebbe forse impossibile e voi vi addormentereste anche a una certa; però c’è da dire che spesso sono anche rare o difficili da raccogliere e per questo sono anche generalmente molto costose.
Sostanze di origine animale
Anche dal regno animale si estraggono, o si estraevano molecole odorose (perché certe pratiche per mille e un motivi facilmente intuibili sono sempre meno usate).
- L’ambra grigia, tenetevi forte, è la sostanza odorosa prodotta dalle concrezioni intestinali del capodoglio, una specie di calcolo che il capodoglio espelle come scarto. Si prende da questa sorta di calcolo l’ambreina che poi da il nome all’ambra grigia.
- Poi c’è lo zibetto, un piccolo felino africano, che da il nome anche sue alle secrezioni ghiandolari (che si chiamano zibetto come lui). Queste secrezioni hanno un odore acuto simile al muschio, ma se vengono diluite in acqua l’odore è più simile a quello tipico dei fiori.
- Il muschio (e questo l’avete di sicuro già sentito) deriva dalla secrezione della sacca ghiandolare addominale del cervo muschiato cinese/tibetano.
- Dalle ghiandole addominali del castoro invece si estrae il castoreo, che oltre ad avere il suo caratteristico odore, serve al castoro per impermeabilizzare il suo pelo.
Scelte etiche a parte per i derivati di origine animale, in generale le molecole odorose naturali (vegetali e animali) sono generalmente costose, non sempre sono facili da reperire e non sempre possono garantire standard qualitativi tali da dare delle molecole odorose sempre uguali nel tempo.
E quindi? E quindi ecco che arriva in soccorso la chimica (si, anche a salvare i castori e gli zibetti da morte certa).
Molecole odorose di sintesi
Sempre di più nei profumi si usano sostanze odorose create in laboratorio, al posto di quelle naturali. Ma c’è differenza tra una “originale” e una di sintesi? Dipende.
Un naso serio la differenza la capisce e come, per una persona normale o per un chimico che le guarda secondo il suo punto di vista, chimico appunto: anche no!
conclusioni
La prossima volta che vi spruzzerete il vostro profumo preferito cercate di isolare le diverse Note: quelle di testa, quelle di cuore e quelle di fondo.
Sono certa che lo apprezzerete anche ancora di più e sarete ancora più grati al Naso che è riuscito a pensarlo prima e poi tradurlo in un’opera d’arte.
CREDITS:
immagini: unsplash.com tranne dove indicato
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