Il vero scoppio dell’interesse riguardo alla luce blu è stata la pandemia. In lock-down ci siamo ritrovati a passare tantissime ore davanti allo schermo e sono spuntate come funghi persone che ci mettevano in guardia dai danni che la luce blu emessa dai device elettronici potevano creare sulla pelle.
Per provare a capirci qualcosa mi sono tuffata nella letteratura scientifica e dal mio studio è nato anche un articolo scientifico di 7 pagine che ha trovato posto tra le prestigiose pagine del Cosmetic Technology. Articolo che prima di venire pubblicato ha superato la revisione del comitato scientifico della rivista.
Questo per dirvi che quello che dirò, nonostante sia molto diverso da quello che avrete sentito qua e là è il pensiero della scienza ad oggi sul tema.
Quello che scoprirete in questo articolo è:
- la luce blu crea dei danni alla pelle?
- Bisogna proteggersi dalla luce blu emessa da tv, monitor, cellulari?
- Come fare a proteggersi dalla luce blu
Ma partiamo per gradi
Effetti della luce blu sulla pelle
La pelle si scurisce, in termini tecnici si dice che si pigmenta, principalmente quando è stimolata dai raggi del Sole. All’inizio la Scienza si è concentrata sugli effetti dei raggi UVB, i maggiori responsabili degli eritemi, poi ha cominciato a studiare quelli degli UVA, che causano invecchiamento cutaneo precoce e tumori della pelle e da poco ha cominciato a interrogarsi sull’effetto dato dalla luce visibile, che rappresenta comunque il 40% dell’energia solare.
Si era notato che macchie cutanee come il melasma e l’iperpigmentazione post-infiammatoria peggiorassero con l’esposizione al sole, anche quando ci si era protetti con filtri UVB e UVA. Così si è ipotizzato che anche la luce visibile potesse creare dei danni.
La luce blu, sarebbe meglio dire blu-viola, è quella più vicina per lunghezze d’onda a quelle dell’UVA e per questo è quella che ha attirato subito il maggior interesse.
Infatti dai test si è visto che la luce è in grado di produrre, sulle persone con fototipo 3 o superiore, una pigmentazione che è più potente e duratura rispetto a quella causata dagli UVA.
L’effetto più conosciuto sulla pelle è dunque l’iperpigmentazione cutanea, ma la luce blu può creare anche danni al DNA, disfunzioni nelle cellule della pelle e formazione di radicali liberi che causano danni alla barriera cutanea, invecchiamento cutaneo precoce, iperpigmentazione e melasma. Se ci sono troppi radicali liberi da gestire, si abbassano le nostre riserve di antiossidanti e si creano danni permanenti al DNA delle cellule. In questo modo possiamo dire la cha la luce blu provoca danni a collagene ed elastina oltre che un aumento delle metalloproteinasi anche loro causa di un invecchiamento prematuro della pelle.
Come agisce la luce blu sulla pelle
La luce blu causa un tipo di iperpigmantazione che è diversa da quella causata dai raggi UVB.
La Luce blu è in grado di indurre un’iperpigmentazione a lunga durata, ma solo in chi ha una presenza maggiore di melanina. I melanociti percepiscono la luce blu e regolano la pigmentazione attraverso l’Opsin-3 (OPN3), una proteina fotosensibile. Per questo l’iperpigmentazione da luce blu è visibile in chi ha più melanina e quindi nei fototipi dal 3 in su (i fototipi 3 e 4 sono i più comuni in Italia).
Ma dobbiamo proteggerci dalla luce blu degli schermi elettronici?
Arrivati a questo punto la domanda è lecita. Cominciamo con il dire che la sorgente principale di luce blu è il sole. A seconda di dove ci troviamo e del periodo dell’anno ne emette di più o di meno. Ma vi basta sapere che nel sud Europa, dove viviamo noi, bastano una 40ina di minuti per raggiungere la dose di 40j/cm2 che si è dimostrata in grado di creare danni alla pelle, in Texas basterebbero circa 13 minuti.
Dunque, è importante proteggerci dalla luce blu emessa dal sole.
Per quanto riguarda gli schermi elettronici di cellulari pc, tv e chi più ne ha più ne metta, la scienza parla chiaro. Nonostante siano stati travisati i dati contenuti in qualche ricerca, i dispositivi elettronici emottono luce blu circa 100/200/1000 volte inferiore rispetto al sole. E la quantità di raggi emessa da questi schermi non è mai stata in grado di dimostrare che causi danni sulla pelle.
Quindi secondo la scienza non è necessario proteggerci dalla luce blu emessa dagli schermi semplicemente perché ne emettono troppo poca.
Ingredienti contro la luce blu
Abbiamo capito che quando ci esponiamo al sole specie se non abbiamo una carnagione diafana, è importante proteggerci dalla luce blu e quindi oltre alle normali protezioni solari che contengono filtri UVA e UVB è importante utilizzare cosmetici che contengano sostanze in grado di proteggerci da questo tipo di raggi.
Anche sul tema degli ingredienti cosmetici in grado di proteggerci dalla luce blu vi stupirò.
Per quanto ci siano ormai molte sostanze che sono in grado di supportare i claim legati alla luce blu, la maggioranza di queste agiscono come anti-ossidanti.
Vi faccio qualche esempio: Niacinamide, 3-O-ethyl Ascorbic Acid, Scenedesmus Rubescens Extract, Zonaria Tournefortii Extract, Pseudoalteromonas Ferment Extract
Il che va bene, per carità, ma bisogna esser consapevoli che questi agiranno solo sui radicali liberi che si generano con l’esposizione alla luce blu. Ma questi non hanno dimostrato di esser ingrado di proteggere dall’iperpigmentazione data dalla luce blu.
E quindi?
No panic. Al momento ci sono solo un gruppo di sostanze che agendo come uno schermo fisico riesco a proteggere in modo efficace dalla luce blu e dalla iperpigmentazione che causa e sono gli ossidi di ferro, quelli per intenderci che si usano per creare il color carne dei fondotinta e delle BB cream.
Quindi basta utilizzare a scelta una crema colorata, un fondotinta o un solare colorato per proteggerci in modo efficace dalla luce blu.
Immagino che questa non l’aveste ancora sentita, perché normalmente non la racconta mai nessuno. In più non pensiate che si una scoperta dell’ultimo minuto, era già evidente in una ricerca del 1991, che è stata riconfermata nel tempo da altri studi.
Negli studi si è poi visto che la tonalità scelta del cosmetico colorato (che ovviamente viene scelta in funzione del proprio colore della pelle) non influisce sulla protezione.
Conclusioni
Abbiamo imparato che non serve proteggerci dalla luce blu degli schermi elettronici ma da quella emessa dal sole. Quando ci esponiamo al sole, specie se siamo fototipi dal 3 in su è importante utilizzare oltre a un solare con filtri UVA e UVB un prodotto che contenga ossidi di ferro e quindi che sia colorato, sia esso un solare colorato, una bb cream o un fondotinta. Tutti gli altri ingredienti che possono vantare un claim sulla luce blu agiscono su altri danni correlati, come la produzione di radicali liberi, ma non possono far nulla per bloccare l’iperpigmentazione da luce blu; quindi, bene che ci siano ma non possono sostituirsi agli ossidi di ferro.
Alla luce di queste informazioni quando mi sono messa a formulare la mia Invisible Shield (che è una crema viso con SPF, filtri UVAB e UVA), ho deciso di inserire la Niacinamide che supporta i claim sulla luce blu, ma contiene anche molto ossido di ferro, in grado di proteggere la pelle dalle macchie da luce blu. La cosa particolare è che è colorata, ricca di ossidi di ferro che una volta applicati sulla pelle diventano invisibili, adattandosi anche a chi non ama utilizzare fonodotinta e desidera un effetto nude skin.
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