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Prodotti Condizionanti: cosa sono e come funzionano

da | 14 Ott 2020 | Blog | 0 commenti

Scopriamo insieme come i condizionanti possono essere utili per evitare l'effetto crespo sui capelli. ma anche per rendere la pelle più morbida al tatto e…

Cosa vuol dire quando si dice che un prodotto è condizionante?

Di solito quando si pensa ai prodotti condizionanti si pensa a un balsamo o a una maschera per capelli.

Ed è corretto. Infatti, si intende per effetto “condizionante” quello di aiutare a districare i capelli, rendendoli più morbidi e soffici. Si limita quell’effetto “fly away” tipico dei capelli crespi e svolazzanti.

beautycologa condizionanti capelli fly away

Vero è che questi ingredienti li possiamo trovare anche in altri prodotti, come shampoo, bagnoschiuma, detergenti, viso, mani… prima però vorrei concentrarmi sul loro funzionamento sui capelli.

Ma Come si fa a “condizionare“ i capelli”

Dovete sapere che quando si usa uno shampoo per lavare i capelli, il suo potere lavante è dato dai tensioattivi.  Per farla semplice i tensioattivi portano sì via lo sporco ma lasciano sui capelli la loro carica negativa.

Quindi: lo shampoo ha dei tensioattivi caricati negativamente che fanno diventare anche i nostri capelli caricati negativamente.

Avete mai notato che se vi asciugate i capelli senza mettere il balsamo vi ritrovate tipo Einstein dopo una notte insonne di studio matto e appassionatissimo?

beautycologa einstein condizionanti

Ecco, a questa cosa si può mettere una pezza usando un balsamo, ovvero condizionando i capelli.

I sistemi per condizionarli sono vari, per semplificare le cose diciamo che ce ne sono due.

Il primo modo per sistemare questa carica negativa è utilizzare delle sostanze con carica positiva in modo che pareggino la situazione (queste sostanze sono dette tensioattivi o condizionanti cationici).

Oppure si può usare un’altra strategia usando sostanze che non hanno carica, e sono quindi sono dette a carica “neutra”, tipo la glicerina, i siliconi fluidi, il PCA o il pantenolo. Queste sostanze sono dette condizionanti non cationici.

Perché il condizionante funzioni deve essere una sostanza che non finisce tutta dritta dritta nello scarico del lavandino una volta che vi sciacquate il prodotto, anzi,  deve essere in grado di rimanerci almeno in parte dopo il risciacquo. Se no, tanto vale.

Il motivo è presto detto: come potrebbe svolgere il suo compito se venisse sciacquato via? In paroloni tecnici si parla di “sostantività” e si intende proprio questa capacità di rimanere attaccati al capello (o sulla pelle) anche dopo un vigoroso risciacquo.

Le sostanze condizionanti si usano però non solo nei prodotti da risciacquo (tipo shampoo, detergenti, balsamo), si possono trovare anche in creme o prodotti da applicare sui capelli senza che prevedano di essere lavate via (i cosiddetti prodotti leave- on).

beautycologa condizionanti capelli

Condizionanti nella Skin-care

Ebbene sì, questi ingredienti non sono ottimi solo per i capelli, sono ideali anche nella skin-care.

In questo caso però vengono maggiormente usati nei detergenti e non tanto nelle creme. Quindi è facile trovarli sia in gel doccia, che nei detergenti studiati appositamente per il viso o per le mani.

Quando vengono usati in prodotti per la detersione i formulatori devono stra-attenti a trovare dei tensioattivi che possano andare d’accordo con questo tipo di ingredienti. Perché mica tutti i condizionanti vanno d’accordo con tutti i tensioattivi.

Esempio stupido: il Polyquaternium-6 non va d’accordo con lo SLES, ma il Polyquternium -7 sì. Che ci volete fare?!? Dura vita quella dei formulatori.

beautycologa condizionanti shampoo capelli

Condizionanti a carica positiva (Cationici)

I condizionanti che hanno una carica positiva e agiscono sistemando la carica negativa data dai tensioattivi dei detergenti si chiamano cationici.

A loro volta si dividono in non polimerici o polimerici. State tranquilli, non andate in sbatta perché la faccio semplice.

Non Polimerici

Senza tediarvi su tutte le loro caratteristiche vi dico che molti di loro si chiamano Quaternium seguito da un numero. Almeno molti di loro li potete riconoscere. Hanno spesso oltre a un potere condizionante anche un buon potere lavante. Una sorta di due in uno.

Polimerici

Sono ottenuti dalla quaternizzazione di polimeri naturali (mamma mia che paroloni senza senso!?!). Derivano da cose che conosciamo bene come polisaccaridi (zuccheri) o proteine, ma possono anche essere prodotti per sintesi. Molti di loro, ma non tutti si chiamano Polyquaterium seguito da un numero.

Questi, rispetto ai non polimerici hanno un potere condizionante minore, ma hanno un effetto che si prolunga più nel tempo e hanno anche un potere filmogeno maggiore. Not bad.

Condizionanti senza carica (non cationici)

Tra questi ci sono gli alcoli grassi (ad esempio il cetilico e lo stearilico), ma anche i tanto odiati-tanto amati siliconi. Riescono tutti a filmare per bene il capello e a lubrificarlo.

Anche la glicerina può servire allo scopo. Rende, tra le varie cose, il capello anche più corposo. Allo stesso modo si può usare il Sodium PCA. Per ultimo, ma non per importanza si può usare il pantenolo (alias Provitamina B5), che ovviamente non è un caso se viene inserita negli shampoo da una vita, e forse oggi potete capire il perchè.

Ricordate che tutti gli ingredienti di cui vi ho parlato fino ad ora sono perfetti anche nei detergenti (Shampoo, bagnoschiuma, detergenti viso…) perché possono portare sulla pelle lo stesso effetto “condizionante” che si ottiene sui capelli con un balsamo.

Sostanze non sostantivanti

Delle volte capita che all’interno di un prodotto da risciacquo vengano inserite sostanze non sostantivanti. Ovvero sostanze che una volta sciacquate finisco direttamente nel lavandino. E vi devo dire che sono molte più le sostanze che finiscono nel lavandino, di quelle che rimangono aggrappate alla pelle o ai capelli dopo il risciacquo. Urea, Acido Ialuronico, estratti vegetali in genere e chi più ne ha più ne metta, all’interno di un prodotto da risciacquo finiscono tutti dentro lo scarico.

beautycologa lavandino condizionante scarico

Sui capelli o sulla pelle non ne rimane praticamente nulla. In termini tecnici si parla di fattore di ritenzione. Ecco il loro è tendente allo zero.

Io lo so che siete tutti felici di leggerli sull’etichetta, perché immaginate che possano rendere lo shampoo, il bagnoschiuma, il detergente o il balsamo super efficace. Ma il risultato è solo un inutile spreco di ingredienti e risorse.

Ecco qualcuno doveva venire a rompere le uova nel paniere e purtroppo questo infausto compito oggi è capitato a me.

Quelli del marketing mi odieranno, ma alla chimica non si comanda, e così stanno davvero le cose.

Conclusioni

Penso che abbiate capito quanto l’azione condizionate sia utilissima non solo per domare i capelli dopo lo shampoo, ma anche all’interno degli shampoo due in uno o negli shampoo in genere.

Ottimi sono questi ingredienti anche nei detergenti per il viso o per il corpo, perché riescono a minimizzare quell’effetto “pelle che tira” dopo che ci siamo lavati.

In un detergente dovrebbero essere preferiti, oltre ai tensioattivi che servono per dare la tipica azione lavante, anche ingredienti in gradi di rimanere sulla pelle anche dopo la detersione. Purtroppo, non sempre succede e capita che alcuni prodotti inseriscano sostanze molto efficaci in un prodotto “leave on”, ma che poco o nulla riescono a fare una volta risciacquati. Buttare questi attivi nello scarico senza che possano svolgere un’azione sulla pelle o sui capelli è davvero un peccato oltre che un inutile spreco.


CREDITS:

immagini: unsplash.com | Gif: giphy.com
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